8 MARZO, DONNE E SALUTE MENTALE, UN PERCORSO DI RECOVERY AL FEMMINILE

Sono consapevole che la riabilitazione non si concluderà con le mie dimissioni, che ci sono della fragilità che dovrò continuare a gestire, come tutte le persone nell’arco della propria vita.”

Queste alcune delle parole di M. nel racconto del suo percorso di recovery guidato dall’èquipe della Casa Famiglia “Ophelia” di Potenza, sulla base del Progetto Terapeutico Riabilitativo Individualizzato elaborato dall’ U.O.S.D. “Strutture Psichiatriche per Attività Residenziali e Semiresidenziali” e dal Centro di Salute Mentale di Potenza.

Una testimonianza che mette in rilievo il duplice ruolo rivestito dalle donne nell’ambito della Salute Mentale. Il genere femmile è quello maggiormente esposto al disagio psichico, ma è anche una risorsa indiscussa nelle professioni di aiuto. L’èquipe che ha accompagnato M. nel suo delicato percorso è, infatti, tutta al femminile.

Come sottolinea l’ Organizzazione Mondiale della Sanità, vi è una maggiore incidenza di disturbi mentali nel genere femminile, i fattori di rischio trovano fondamento nelle evidenti disuguaglianze sociali ed economiche più spesso vissute dalle donne ed includono i tassi più bassi di scolarizzazione ed occupazione, la violenza di genere, lo svantaggio socioeconomico, la retribuzione inferiore per lavori simili, la minore rappresentanza in posizioni apicali e non ultimo il carico relativo alla responsabilità per la cura degli altri. Le donne hanno una probabilità quasi tre volte maggiore rispetto agli uomini di soffrire di un disturbo mentale.

La letteratura scientifica evidenzia l’esistenza di tre fattori principali, altamente protettivi per la Salute Mentale:

  • avere sufficiente autonomia per esercitare un certo grado di controllo in risposta ad eventi gravi;
  • avere accesso ad alcune risorse materiali che consentono la possibilità di poter fare scelte di fronte agli eventi;
  • ricevere adeguato supporto psicologico, ma anche sostegno della rete familiare ed amicale.

Garantire percorsi di presa in carico e di prevenzione, volti ad un’adeguata protezione della Salute Mentale delle donne, è un obiettivo che, in aggiunta a quelli propri della riabilitazione psicosociale, assume un grande valore sociale.

Di seguito la testimonianza di M.

UNA STORIA DI RESILIENZA: RIFIORIRE DOPO UN LUNGO INVERNO

La natura ci sorprende sempre: rinasce ad ogni primavera, più forte e più rigogliosa di prima. Così M. dopo il suo lungo inverno.

Una storia di resilienza, ed è questa una della parole cardine della riabilitazione psico-sociale, che lei stessa ha imparato a raccontare con forza:

 “Le crisi, per quanto dolorose, non sempre sono negative. La mia ha rappresentato una rinascita. Nonostante ci siano stati dei momenti particolarmente difficili, le persone che ho avuto intorno, mi hanno permesso di ritrovare alcune risorse che non riuscivo a vedere, ma che mi appartenevano.”

ha vissuto per tre anni in Casa Famiglia Ophelia; il suo ingresso nel 2019 è avvenuto a seguito di un difficile momento in cui si sentiva totalmente disorientata rispetto a se stessa e alla realtà circostante. Ha intrapreso un percorso di riabilitazione psicosociale, al fine di riprendere in mano la sua vita e restituirne dignità e valore. La comunità è diventata il vero ponte verso la società, che spesso non è sempre pronta ad includere ciò che appare diverso e fragile, ma che rappresenta la vera chiave di svolta in percorso di riabilitazione e di reinserimento.

“Riparto da qui con un’idea di progettualità futura, una consapevolezza di me stessa rinnovata e rinforzata e con la fiducia che coloro che mi hanno aiutato a ritrovarmi non mi lasceranno mai sola. Ciò che mi ha permesso di riuscire nel mio percorso è stato una combinazione di diversi elementi, intrinsechi ed estrinsechi, ovvero da una parte l’iniziale consapevolezza e la successiva volontà di risollevarmi e dall’altra il supporto di persone competenti che mi hanno fornito degli strumenti giusti per riabilitarmi alla vita”.

Il lavoro è stato il fattore che ha contribuito a determinare in maniera significativa l’efficacia del percorso, perché ha rappresentato anche un’enorme opportunità di reinserimento sociale. Come lei stessa racconta:

“Il lavoro è stato l’elemento determinante sotto diversi punti di vista. In primo luogo perché mi sono approcciata in un settore totalmente nuovo, dove mai avrei pensato di potermi sperimentare e di possedere delle buone capacità: mi sono riscoperta da persona in cura a persona che cura, e questa è stata la vera svolta. In secondo luogo, perché mi ha fornito un’autonomia economica, fondamentale per il mio presente e i miei progetti futuri, inserendomi a piccoli passi nella vita reale.”

La disabilità è il punto da cui partiamo, il recovery è la nostra destinazione e la riabilitazione la strada che percorriamo. Su questa strada Maria ha riscoperto se stessa, ha ripreso ad amarsi, a scoprire le sue qualità speciali, a sentire il proprio profumo, proprio come quando è primavera, nonostante l’inverno.

“Sono consapevole che la riabilitazione non si concluderà con le mie dimissioni, che ci sono della fragilità che dovrò continuare a gestire, come tutte le persone nell’arco della propria vita.”

                                                             Comunità “Ophelia”                                                  M. 08.03.2022

 


Dipartimento di Salute Mentale U.O.S.D.Strutture Psichiatriche per Attività – Via della Fisica n.18/A Potenza Residenziali e Semiresidenziali ASP Direttore: Dott. Pietro Fundone Dirigente Responsabile: Dott.Andrea Barra